Federcomated

Milano, Giugno 2014

Obbligo di accettazione di pagamenti con carte di debito

Il decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179 (Sviluppo bis) stabiliva all'art. 15, comma 4, che a decorrere dal 1° gennaio 2014 i soggetti che effettuano l'attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, sarebbero stati tenuti ad accettare i pagamenti effettuati attraverso carte di debito (Bancomat).

Con la legge 27 febbraio 2014, n. 15, di conversione decreto-legge 30 dicembre 2013, n. 150, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Gazzetta Ufficiale n. 49 del 28 febbraio 2014) ed entrata in vigore il 1° marzo u.s., tale termine è stato prorogato al 30 giugno 2014.
 
Il precedente Decreto Ministeriale del 24 gennaio c.a., inerente le definizioni e l’ambito applicativo dei pagamenti mediante carte di debito, – tenuto conto che, a quel tempo, l’efficacia della norma era prevista dal 1° gennaio c.a. e nessuna ufficiale proroga ancora era intercorsa – prevedeva l’applicazione dell’obbligo alle prestazioni il cui relativo pagamento fosse di importo superiore a 30 Euro ed un periodo transitorio, valido fino al 30 giugno 2014, durante il quale i soggetti obbligati sarebbero stati solo gli imprenditori con fatturato superiore ai 200 mila euro.

Non è ancora noto se verranno emanate ulteriori disposizioni attuative volte, in particolare, a rimodulare il periodo transitorio per la soglia di fatturato sopra menzionata.

Allo stato attuale, invece, sembra rimanere ferma la previsione dell’applicabilità dell’obbligo di accettazione di carte di debito per gli importi superiori ai 30 Euro.

E’ opportuno, infine, evidenziare che in considerazione della rilevanza della materia per i settori rappresentati e dell’onere eccessivo che rappresenta per le aziende, Federcomated ha sollecitato la Confederazione a svolgere un’azione di intervento sulla normativa di riferimento, al fine di evitare che il processo di diffusione dei sistemi di pagamento elettronico diventi un’ulteriore complicazione all’esercizio delle attività economiche anziché elemento di sviluppo delle medesime.