, Giugno 2012
Distribuzione europea e italiana: l’orizzonte è il 2013
Dal 28 al 30 settembre prossimi, i rappresentanti delle associazioni dei distributori di materiali edili dei paesi europei si incontreranno a Cracovia in occasione del 54° Congresso Ufemat.
Si tratta di un evento importantissimo poiché, nel contesto dei cambiamenti epocali ai quali stiamo assistendo in questo periodo anche dal punto di vista economico e politico, si porranno le basi per sfruttare al meglio le opportunità del 2013, prima fra tutte quella del nuovo Regolamento Europeo 305/11/Ue per la commercializzazione dei prodotti da costruzione.
L’obiettivo centrale del congresso è conoscere meglio le peculiarità di un Paese emergente come la Polonia, nel quale il mercato dell’edilizia è decisamente più florido rispetto al nostro, per capire le ragioni di questa condizione e coglierne gli aspetti positivi per migliorare la situazione italiana. Bisogna guardare con attenzione alle esperienze dei nostri vicini.
A livello continentale la principale sofferenza registrata negli ultimi anni dal mondo della distribuzione è stata sicuramente la riscossione dei propri crediti nei confronti dei clienti.
Numerosi governi hanno però promosso una legislazione attenta alla regolamentazione del rapporto fra mercato e distributore, ottenendo risultati lusinghieri.
Ad esempio, in Germania il tempo medio per i pagamenti è di 65 giorni, in Francia è di 72 giorni, in Svizzera siamo addirittura a 30 giorni e sono molti gli altri Paesi virtuosi come il Belgio, l’Olanda e l’Austria. Si tratta di condizioni di mercato che potremmo definire normali, frutto anche del lavoro svolto dalle associazioni di categoria con le istituzioni preposte, fatto che in Italia non si è verificato - e non sicuramente a causa di uno scarso impegno di Federcomated su questo fronte.
Il 2013 sarà un anno importante anche perché entro il 16 marzo i governi dovranno recepire la Direttiva 2011/7/Ue, che rafforzerà le tutele delle imprese contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali prevedendo l’obbligo, da parte delle pubbliche amministrazioni, di provvedere ai pagamenti in 60 giorni.
Purtroppo il nostro Paese è afflitto da diversi problemi, molti dei quali legati alla cattiva amministrazione, a cui si è recentemente aggiunto quello della disgregazione della politica e del voto per raggruppamenti fautori dell’anti-politica. Queste iniziative, che nascono dal territorio sulla base della denuncia ma senza proposte concrete, senza una cultura del dialogo né una visione d’insieme del Paese, potrebbero risultare anche più pericolose rispetto all’inerzia dimostrata dai governi precedenti.
La politica è uno dei perni dell’economia: se un Paese è ben governato, le imprese sono meno soggette alle influenze esterne e possono attrarre investimenti sul nostro territorio.
Ci auguriamo perciò che questo governo riesca a realizzare le riforme che servono all’Italia e che, sempre nel 2013, restituisca la parola a una politica profondamente rinnovata, più vicina ai bisogni reali del Paese. Ma per fare questo sono necessarie da subito scelte politiche forti, di rottura rispetto al passato.
Innanzitutto è indispensabile una nuova legge elettorale, che permetta ai cittadini di scegliere realmente i propri rappresentanti fra persone oneste ed efficienti, in modo da riattivare un Paese deluso dall’attuale classe dirigente.
Serve poi un programma di opere pubbliche, che dia un impulso forte alle infrastrutture e che privilegi soprattutto la riqualificazione degli edifici pubblici, dalle scuole agli ospedali, dagli uffici dalle carceri, in modo da creare opportunità per la filiera dell’edilizia.
Quello degli interventi sull’esistente è un settore già in controtendenza rispetto alla crisi immobiliare, perciò bisogna sostenere questa specificità incrementando l’attività sul patrimonio pubblico.
È necessario anche un diverso approccio al tema del credito: abbiamo chiesto con forza a Confcommercio - Imprese per l’Italia di farsi portatrice di questa bandiera nei confronti del Governo, sostenendo fino all’approvazione la proposta di legge promossa da Federcomated sulla responsabilità solidale di committente e impresa nei confronti del distributore.
Solo in questo nuovo contesto l’attività di un’organizzazione di rappresentanza sindacale, qual è Federcomated, potrà efficacemente incrementare il proprio contributo alla categoria e al mondo economico, come avviene nel resto d’Europa.
Per tutte queste ragioni il prossimo Congresso Ufemat assume un’importanza strategica: dobbiamo e possiamo avvicinare di più il nostro Paese a quell’Europa nella quale abbondano i buoni esempi.
(Articolo tratto da "Il Commercio Edile" n. 06 Giugno 2012)
Si tratta di un evento importantissimo poiché, nel contesto dei cambiamenti epocali ai quali stiamo assistendo in questo periodo anche dal punto di vista economico e politico, si porranno le basi per sfruttare al meglio le opportunità del 2013, prima fra tutte quella del nuovo Regolamento Europeo 305/11/Ue per la commercializzazione dei prodotti da costruzione.
L’obiettivo centrale del congresso è conoscere meglio le peculiarità di un Paese emergente come la Polonia, nel quale il mercato dell’edilizia è decisamente più florido rispetto al nostro, per capire le ragioni di questa condizione e coglierne gli aspetti positivi per migliorare la situazione italiana. Bisogna guardare con attenzione alle esperienze dei nostri vicini.
A livello continentale la principale sofferenza registrata negli ultimi anni dal mondo della distribuzione è stata sicuramente la riscossione dei propri crediti nei confronti dei clienti.
Numerosi governi hanno però promosso una legislazione attenta alla regolamentazione del rapporto fra mercato e distributore, ottenendo risultati lusinghieri.
Ad esempio, in Germania il tempo medio per i pagamenti è di 65 giorni, in Francia è di 72 giorni, in Svizzera siamo addirittura a 30 giorni e sono molti gli altri Paesi virtuosi come il Belgio, l’Olanda e l’Austria. Si tratta di condizioni di mercato che potremmo definire normali, frutto anche del lavoro svolto dalle associazioni di categoria con le istituzioni preposte, fatto che in Italia non si è verificato - e non sicuramente a causa di uno scarso impegno di Federcomated su questo fronte.
Il 2013 sarà un anno importante anche perché entro il 16 marzo i governi dovranno recepire la Direttiva 2011/7/Ue, che rafforzerà le tutele delle imprese contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali prevedendo l’obbligo, da parte delle pubbliche amministrazioni, di provvedere ai pagamenti in 60 giorni.
Purtroppo il nostro Paese è afflitto da diversi problemi, molti dei quali legati alla cattiva amministrazione, a cui si è recentemente aggiunto quello della disgregazione della politica e del voto per raggruppamenti fautori dell’anti-politica. Queste iniziative, che nascono dal territorio sulla base della denuncia ma senza proposte concrete, senza una cultura del dialogo né una visione d’insieme del Paese, potrebbero risultare anche più pericolose rispetto all’inerzia dimostrata dai governi precedenti.
La politica è uno dei perni dell’economia: se un Paese è ben governato, le imprese sono meno soggette alle influenze esterne e possono attrarre investimenti sul nostro territorio.
Ci auguriamo perciò che questo governo riesca a realizzare le riforme che servono all’Italia e che, sempre nel 2013, restituisca la parola a una politica profondamente rinnovata, più vicina ai bisogni reali del Paese. Ma per fare questo sono necessarie da subito scelte politiche forti, di rottura rispetto al passato.
Innanzitutto è indispensabile una nuova legge elettorale, che permetta ai cittadini di scegliere realmente i propri rappresentanti fra persone oneste ed efficienti, in modo da riattivare un Paese deluso dall’attuale classe dirigente.
Serve poi un programma di opere pubbliche, che dia un impulso forte alle infrastrutture e che privilegi soprattutto la riqualificazione degli edifici pubblici, dalle scuole agli ospedali, dagli uffici dalle carceri, in modo da creare opportunità per la filiera dell’edilizia.
Quello degli interventi sull’esistente è un settore già in controtendenza rispetto alla crisi immobiliare, perciò bisogna sostenere questa specificità incrementando l’attività sul patrimonio pubblico.
È necessario anche un diverso approccio al tema del credito: abbiamo chiesto con forza a Confcommercio - Imprese per l’Italia di farsi portatrice di questa bandiera nei confronti del Governo, sostenendo fino all’approvazione la proposta di legge promossa da Federcomated sulla responsabilità solidale di committente e impresa nei confronti del distributore.
Solo in questo nuovo contesto l’attività di un’organizzazione di rappresentanza sindacale, qual è Federcomated, potrà efficacemente incrementare il proprio contributo alla categoria e al mondo economico, come avviene nel resto d’Europa.
Per tutte queste ragioni il prossimo Congresso Ufemat assume un’importanza strategica: dobbiamo e possiamo avvicinare di più il nostro Paese a quell’Europa nella quale abbondano i buoni esempi.
(Articolo tratto da "Il Commercio Edile" n. 06 Giugno 2012)