Federcomated

, Dicembre 2011

Le ragioni della partecipazione

«Viviamo un periodo difficile. Da quasi tre anni il mondo della distribuzione dei materiali edili sostiene finanziariamente gran parte del mercato delle costruzioni e, parallelamente, continua a onorare i suoi impegni nei confronti dei fornitori, ma purtroppo le prospettive per l’immediato futuro non lasciano spazio a speranze di miglioramento. Da parte mia come dell’intero vertice della Federazione c’è una preoccupazione crescente per il peggioramento continuo delle condizioni del mercato, soprattutto per le difficoltà che si incontrano nella riscossione dei propri crediti e per i devastanti esiti di questa situazione quando si tratta si rispettare gli obblighi nei confronti dei nostri fornitori e dei nostri dipendenti.

Dobbiamo anche prendere atto che, negli ultimi anni, la politica ha dimostrato il suo disinteresse nei confronti della categoria e, in generale, delle piccole e medie imprese. Di conseguenza, non possiamo aspettarci aiuto da nessun altro oltre noi stessi. Eppure sono ancora troppo pochi i colleghi che hanno deciso di fare qualcosa di concreto contro questa situazione. Come si può fare? Innanzitutto partecipando alla vita associativa, alle attività delle Ascomed in prima istanza, di Federcomated e Sercomated, il tavolo paritetico fra distribuzione e produzione, come anche di Cerai, la consulta dedicata alle aggregazioni. La partecipazione è alla base della vita democratica ed è il presupposto per ottenere risultati concreti: bisogna essere presenti ai vari tavoli di confronto, sindacali e istituzionali, poiché solo dando si potrà ricevere.

Nei consessi ai quali Federcomated è presente (da Confcommercio a Federcostruzioni, dall’Ance al Cresme, solo per citarne alcuni), la nostra è una voce autorevole e ascoltata. Prendiamo il caso di Ufemat: in un periodo che vede la credibilità del nostro Paese ai minimi storici, l’organizzazione europea che raggruppa le federazioni nazionali dei distributori di materiali edili è guidata dall’Italia. Ci sarà pure una ragione in questo!

Ho parlato recentemente con gli esponenti della federazione belga: da loro il mercato è in crescita mentre da noi ristagna. Perché dunque dovrebbero farsi guidare da Federcomated nei loro rapporti con le istituzioni europee? Il motivo è che le imprese della distribuzione italiane hanno eccellenze che pochi possono vantare, evidentissime in ambito comunitario ma che non sono adeguatamente valorizzate in casa nostra.

Non possiamo rinunciare alla nostra visione del mercato né a contribuire alla sua evoluzione proprio nel nostro Paese, dove le imprese della distribuzione hanno ancora molti spazi a disposizione, sul fronte dell’innovazione come su quello dei servizi. L’industria dichiara da tempo la sua necessità di ricercare nuove modalità di relazione con il mercato ed è alla ricerca di imprenditori della distribuzione attenti al cambiamento.

Verifico personalmente questo interesse ogni volta che incontro gli esponenti del mondo della produzione, ma è giunto il momento per loro di sostenere fattivamente i propri distributori, utilizzando il canale indiretto come prima opzione per i loro prodotti, in modo da sostenere i tanti imprenditori della distribuzione capaci, organizzati e sensibili ai processi in atto.

Questi devono poter mettere a frutto queste proprie capacità, ma non possono farlo da soli: dobbiamo perciò unire le nostre voci uscendo dai singoli contesti, per dare corpo a una proposta più forte e autorevole. Questo può essere fatto anche indirettamente, rivolgendosi agli strumenti legati all’attività quotidiana, ad esempio tramite Rcs, la società che si occupa della gestione dei dati relativi ai clienti per diminuire i rischi di insoluto, e il portale Storemat, uno strumento maturo ed evoluto per utilizzare un nuovo canale di vendita.

Le attività associative, unite agli strumenti operativi che sono stati messi in campo con notevole impegno professionale ed economico, offrono una concreta opportunità a tutto il mondo della distribuzione per incanalare il proprio contributo nella direzione più adatta al loro business, alle necessità e agli interessi di ciascuno.

Elevo perciò un accorato appello ai colleghi di tutta Italia, piccoli e grandi, indipendenti e aggregati, a partecipare attivamente alle iniziative promosse dalle Ascomed locali e da Federcomated. Prendete il telefono e chiamateci, chiedete cosa potete fare e proponete cosa vorreste fare.

Al prossimo Consiglio di Federcomated proporremo la formazione di un tavolo per l’emergenza che, partendo dai problemi del momento, crei le condizioni per l’unione delle forze migliori del mondo della distribuzione italiana».


(Articolo tratto da "Il Commercio Edile" n. 12 Dicembre 2011)