, Dicembre 2010
Pagamenti: allarme rosso!
«Il mercato si trova ancora in una situazione estremamente diffi cile: purtroppo l’attività commerciale rimane sotto la media ma la principale preoccupazione riguarda la riscossione delle fatture dei clienti.
La cronicizzazione dell’insoluto costituisce il più importante fattore di rischio per il mondo della distribuzione dei materiali edili. - Dice Giuseppe Freri, presidente di Federcomated. - Il numero degli accordi extragiudiziari con i fornitori sta crescendo e alcuni colleghi sono già stati costretti a liquidare le proprie aziende.
Si tratta di Giuseppe Freri, presidente di Federcomated. numeri contenuti rispetto all’intero mercato, ma che evidenziano tutte le diffi coltà che la categoria affronta in questo periodo anche nei confronti degli impegni assunti con l’industria.
In questo scenario, cosa raccomanda Federcomated ai colleghi imprenditori della distribuzione?
«Innanzitutto bisogna prestare la massima attenzione preventiva a concedere linee di affi damento al mercato: chi non è affi dabile non deve essere facilitato. Dobbiamo far affluire alla nostra centrale rischi Rcs il maggior numero di dati relativi alle imprese inaffi dabili per quanto riguarda i pagamenti sull’intero territorio nazionale. È inoltre necessario far funzionare al meglio le nostre Ascomed territoriali quali luoghi delle relazioni interpersonali, dello scambio di informazioni e di elaborazione delle risposte concrete alla situazione. Federcomated continua senza sosta a svolgere un’azione propositiva verso le istituzioni e le altre organizzazioni di rappresentanza, con l’obiettivo di creare consenso attorno alle soluzioni già individuate fra cui la proposta di legge sul credito. Nonostante il buon esito dell’iniziativa sia legato a dinamiche sulle quali la Federazione non è in grado di intervenire, ribadiamo con forza la necessità di una seria tutela degli operatori sani presenti sul mercato».
Ma dove sono le responsabilità di questo quadro?
«Una delle prime cause è sicuramente la riduzione delle concessioni di credito alle piccole e medie imprese da parte degli istituti bancari. Non dobbiamo però dimenticare che la pubblica amministrazione ha messo molte imprese in diffi coltà poiché i pagamenti si parla di oltre 70 miliardi di euro - vengono effettuati con il contagocce. Poi ci sono coloro che approfi ttano della lentezza della giustizia civile per allungare i termini di pagamento e anche per non pagare del tutto i propri creditori.
Un altro problema è legato all’impossibilità per gli artigiani - nostri principali clienti - di subire azioni fallimentari o revocatorie.
Proprio in questi giorni la Commissione Europea ha emanato un provvedimento che prevede per tutti gli attori del mercato il termine massimo di 30 giorni per saldare i debiti, con deroghe per specifi ci settori come la sanità. Abbiamo già dichiarato e ribadiamo il nostro apprezzamento, ma dobbiamo sottolineare che l’entrata in vigore della nuova normativa, prevista nel 2013, è troppo lontana. Questo provvedimento deve essere operativo da subito poiché il rischio di altre chiusure è troppo elevato. Ma torniamo alla nostra categoria.
È assolutamente necessario attivarsi per sviluppare la presenza sul territorio attraverso la creazione di nuove Ascomed, strumenti indispensabili per perseguire in modo unitario i nostri obiettivi. Partecipare all’attività di Federcomated, portando il proprio contributo di idee ed esperienza, è un’azione di fondamentale importanza per l’intero mondo della distribuzione dei materiali edili.
Valorizzare i contributi di ciascuno, trasformandoli in contatti e relazioni all’insegna di una reale operatività, è l’unica strada per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati.
La cronicizzazione dell’insoluto costituisce il più importante fattore di rischio per il mondo della distribuzione dei materiali edili. - Dice Giuseppe Freri, presidente di Federcomated. - Il numero degli accordi extragiudiziari con i fornitori sta crescendo e alcuni colleghi sono già stati costretti a liquidare le proprie aziende.
Si tratta di Giuseppe Freri, presidente di Federcomated. numeri contenuti rispetto all’intero mercato, ma che evidenziano tutte le diffi coltà che la categoria affronta in questo periodo anche nei confronti degli impegni assunti con l’industria.
In questo scenario, cosa raccomanda Federcomated ai colleghi imprenditori della distribuzione?
«Innanzitutto bisogna prestare la massima attenzione preventiva a concedere linee di affi damento al mercato: chi non è affi dabile non deve essere facilitato. Dobbiamo far affluire alla nostra centrale rischi Rcs il maggior numero di dati relativi alle imprese inaffi dabili per quanto riguarda i pagamenti sull’intero territorio nazionale. È inoltre necessario far funzionare al meglio le nostre Ascomed territoriali quali luoghi delle relazioni interpersonali, dello scambio di informazioni e di elaborazione delle risposte concrete alla situazione. Federcomated continua senza sosta a svolgere un’azione propositiva verso le istituzioni e le altre organizzazioni di rappresentanza, con l’obiettivo di creare consenso attorno alle soluzioni già individuate fra cui la proposta di legge sul credito. Nonostante il buon esito dell’iniziativa sia legato a dinamiche sulle quali la Federazione non è in grado di intervenire, ribadiamo con forza la necessità di una seria tutela degli operatori sani presenti sul mercato».
Ma dove sono le responsabilità di questo quadro?
«Una delle prime cause è sicuramente la riduzione delle concessioni di credito alle piccole e medie imprese da parte degli istituti bancari. Non dobbiamo però dimenticare che la pubblica amministrazione ha messo molte imprese in diffi coltà poiché i pagamenti si parla di oltre 70 miliardi di euro - vengono effettuati con il contagocce. Poi ci sono coloro che approfi ttano della lentezza della giustizia civile per allungare i termini di pagamento e anche per non pagare del tutto i propri creditori.
Un altro problema è legato all’impossibilità per gli artigiani - nostri principali clienti - di subire azioni fallimentari o revocatorie.
Proprio in questi giorni la Commissione Europea ha emanato un provvedimento che prevede per tutti gli attori del mercato il termine massimo di 30 giorni per saldare i debiti, con deroghe per specifi ci settori come la sanità. Abbiamo già dichiarato e ribadiamo il nostro apprezzamento, ma dobbiamo sottolineare che l’entrata in vigore della nuova normativa, prevista nel 2013, è troppo lontana. Questo provvedimento deve essere operativo da subito poiché il rischio di altre chiusure è troppo elevato. Ma torniamo alla nostra categoria.
È assolutamente necessario attivarsi per sviluppare la presenza sul territorio attraverso la creazione di nuove Ascomed, strumenti indispensabili per perseguire in modo unitario i nostri obiettivi. Partecipare all’attività di Federcomated, portando il proprio contributo di idee ed esperienza, è un’azione di fondamentale importanza per l’intero mondo della distribuzione dei materiali edili.
Valorizzare i contributi di ciascuno, trasformandoli in contatti e relazioni all’insegna di una reale operatività, è l’unica strada per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati.