Milano, Dicembre 2008
Varato il pacchetto anti-crisi. Protesta la nostra categoria.
Caro Presidente,
il D.L. n.185/2008 approvato venerdì scorso dal Governo all’art.29 presenta una brutta sorpresa per i cittadini, le famiglie e le imprese che avevano realizzato nel corso del 2008, o si accingevano a realizzare nel 2009 e nel 2010, interventi per il recupero dell’efficienza ed il risparmio energetico. Gli incentivi perdono completamente l’automatismo che ne aveva caratterizzato l’applicazione e vengono ora subordinati all’autorizzazione da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Quindi, nessuna certezza per il recupero dell’investimento, neppure per il 2008, in quanto il provvedimento esplica efficacia retroattiva. Infatti, chi avesse già effettuato i lavori nei primi 11 mesi dell’anno, sarà sottoposto ad una sorta di lotteria che finirà col premiare solo coloro che riusciranno a trasmettere telematicamente tra il 15 Gennaio e il 27 Febbraio 2009 e potranno sfidare la sorte di vedersi accettata la domanda fino ad esaurimento dei fondi.
Al riguardo occorre rilevare che dalle prime stime elaborate dai nostri esperti, gli investimenti in questa direzione siano almeno il triplo dei fondi stanziati per il 2008 che ammontano a 82,7 milioni.
Ciò vuol dire che almeno un terzo delle famiglie, dei cittadini e delle imprese saranno escluse dal beneficio per l’anno 2008, anche se solo parzialmente compensati dall’accesso all’agevolazione del 36% sulle ristrutturazioni edilizie; agevolazione, quest’ultima, alternativa e meno vantaggiosa rispetto a quello sul risparmio energetico.
Per il 2009 e il 2010 l’erogazione dei fondi da destinare a tale incentivo sono state aumentate a 185,9 per l’anno 2009 e a 314,8 per il 2010.
Parimenti complesso, risulta l’iter burocratico per aver accesso ai benefici, il quale è sempre subordinato alla presentazione della domanda a posteriori, ma con nessuna garanzia che venga approvata dall’Agenzia delle Entrate, la quale peraltro può avvalersi per le sue deliberazioni del cosiddetto silenzio-rifiuto. In sostanza, se entro 30 giorni l’Amministrazione non risponde, la domanda si intende rigettata.
Con questo provvedimento, in pratica, più che ad un incentivo, il Governo ha pensato ad un disincentivo, disinnescando sin dall’origine la decisione dei cittadini e delle imprese di investire nella direzione del risparmio energetico.
Il nostro settore, perciò, ne esce fortemente penalizzato, in quanto inaridisce la fonte di investimenti ritenuti strategici per i seguenti essenziali motivi:
1) interessa tutta la comunità nazionale, in quanto il risparmio energetico riduce il tasso di dipendenza energetica e di immissione di CO2 nell’atmosfera;
2) favorisce lo sviluppo del settore delle costruzioni incentivando la domanda di beni di consumo durevoli ed il mantenimento dei livelli occupazionali in edilizia;
3) favorisce la ricerca e l’innovazione tecnologica e lo sviluppo delle imprese italiane del settore;
4) consente significativi risparmi nei consumi di energia da parte delle famiglie, che possono destinare tali risorse all’acquisto verso altri beni e servizi;
5) ultimo, ma non meno importante dal punto di vista politico, è che il provvedimento si muove in assoluta controtendenza con quanto hanno fatto gli altri partners europei, anch’essi colpiti quanto noi dall’attuale crisi economica e finanziaria.
Colgo, inoltre, l’occasione per esprimere a nome di tutta la categoria una forte preoccupazione per le restrizioni creditizie che vengono messe in atto dal sistema bancario, il quale da un lato si appresta a ricevere dal Governo una serie di provvidenze per la loro ricapitalizzazione, mentre dall’altro inasprisce le misure di valutazione del merito creditizio per le piccole e medie imprese, adottando decisioni di rientri, riduzioni di fidi, di aumenti di spread e di garanzie.
Ci giungono segnali di misure che colpiscono le imprese più esposte alla congiuntura e che abbisognano di aiuti concreti per il superamento della crisi.
La nostra categoria chiede l’adozione di provvedimenti urgenti che favoriscano l’erogazione del credito necessario al funzionamento delle imprese, e comunque in mantenimento delle linee di credito esistenti prima del 30/9/2008.
Faccio, perciò, appello, caro Presidente, alla Tua sensibilità, competenza ed autorevolezza, affinché siano messe in atto le misure di solidarietà civile che sono indispensabili nei momenti delle grandi emergenze.
Con vive cordialità
GIUSEPPE FRERI
il D.L. n.185/2008 approvato venerdì scorso dal Governo all’art.29 presenta una brutta sorpresa per i cittadini, le famiglie e le imprese che avevano realizzato nel corso del 2008, o si accingevano a realizzare nel 2009 e nel 2010, interventi per il recupero dell’efficienza ed il risparmio energetico. Gli incentivi perdono completamente l’automatismo che ne aveva caratterizzato l’applicazione e vengono ora subordinati all’autorizzazione da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Quindi, nessuna certezza per il recupero dell’investimento, neppure per il 2008, in quanto il provvedimento esplica efficacia retroattiva. Infatti, chi avesse già effettuato i lavori nei primi 11 mesi dell’anno, sarà sottoposto ad una sorta di lotteria che finirà col premiare solo coloro che riusciranno a trasmettere telematicamente tra il 15 Gennaio e il 27 Febbraio 2009 e potranno sfidare la sorte di vedersi accettata la domanda fino ad esaurimento dei fondi.
Al riguardo occorre rilevare che dalle prime stime elaborate dai nostri esperti, gli investimenti in questa direzione siano almeno il triplo dei fondi stanziati per il 2008 che ammontano a 82,7 milioni.
Ciò vuol dire che almeno un terzo delle famiglie, dei cittadini e delle imprese saranno escluse dal beneficio per l’anno 2008, anche se solo parzialmente compensati dall’accesso all’agevolazione del 36% sulle ristrutturazioni edilizie; agevolazione, quest’ultima, alternativa e meno vantaggiosa rispetto a quello sul risparmio energetico.
Per il 2009 e il 2010 l’erogazione dei fondi da destinare a tale incentivo sono state aumentate a 185,9 per l’anno 2009 e a 314,8 per il 2010.
Parimenti complesso, risulta l’iter burocratico per aver accesso ai benefici, il quale è sempre subordinato alla presentazione della domanda a posteriori, ma con nessuna garanzia che venga approvata dall’Agenzia delle Entrate, la quale peraltro può avvalersi per le sue deliberazioni del cosiddetto silenzio-rifiuto. In sostanza, se entro 30 giorni l’Amministrazione non risponde, la domanda si intende rigettata.
Con questo provvedimento, in pratica, più che ad un incentivo, il Governo ha pensato ad un disincentivo, disinnescando sin dall’origine la decisione dei cittadini e delle imprese di investire nella direzione del risparmio energetico.
Il nostro settore, perciò, ne esce fortemente penalizzato, in quanto inaridisce la fonte di investimenti ritenuti strategici per i seguenti essenziali motivi:
1) interessa tutta la comunità nazionale, in quanto il risparmio energetico riduce il tasso di dipendenza energetica e di immissione di CO2 nell’atmosfera;
2) favorisce lo sviluppo del settore delle costruzioni incentivando la domanda di beni di consumo durevoli ed il mantenimento dei livelli occupazionali in edilizia;
3) favorisce la ricerca e l’innovazione tecnologica e lo sviluppo delle imprese italiane del settore;
4) consente significativi risparmi nei consumi di energia da parte delle famiglie, che possono destinare tali risorse all’acquisto verso altri beni e servizi;
5) ultimo, ma non meno importante dal punto di vista politico, è che il provvedimento si muove in assoluta controtendenza con quanto hanno fatto gli altri partners europei, anch’essi colpiti quanto noi dall’attuale crisi economica e finanziaria.
Colgo, inoltre, l’occasione per esprimere a nome di tutta la categoria una forte preoccupazione per le restrizioni creditizie che vengono messe in atto dal sistema bancario, il quale da un lato si appresta a ricevere dal Governo una serie di provvidenze per la loro ricapitalizzazione, mentre dall’altro inasprisce le misure di valutazione del merito creditizio per le piccole e medie imprese, adottando decisioni di rientri, riduzioni di fidi, di aumenti di spread e di garanzie.
Ci giungono segnali di misure che colpiscono le imprese più esposte alla congiuntura e che abbisognano di aiuti concreti per il superamento della crisi.
La nostra categoria chiede l’adozione di provvedimenti urgenti che favoriscano l’erogazione del credito necessario al funzionamento delle imprese, e comunque in mantenimento delle linee di credito esistenti prima del 30/9/2008.
Faccio, perciò, appello, caro Presidente, alla Tua sensibilità, competenza ed autorevolezza, affinché siano messe in atto le misure di solidarietà civile che sono indispensabili nei momenti delle grandi emergenze.
Con vive cordialità
GIUSEPPE FRERI